I mercati finanziari sono un insieme di persone che ogni giorno scambiano titoli, valute, commodities, obbligazioni e ogni altro strumento tradabile e come le persone hanno comportamenti che possono trasformarsi da euforici (rialzi continuativi) a depressi (forti ribassi), da calmi (mercati laterali) a nervosi (mercati volatili).Ma la psicologia può aiutarci a capire i mercati finanziari?Può fornirci delle strategie pratiche per selezionare i titoliI teorici della finanza comportamentale suggeriscono che sia possibile.
Principi e risultati della finanza comportamentale
Questo campo di studi sostiene che le persone non siano così razionali quanto la teoria finanziaria tradizionale. La finanza comportamentale descrive e spiega come le emozioni e i pregiudizi guidino i prezzi.La teoria dei “mercati efficienti” cozza con quello che è la realtà.Per chiunque abbia affrontato la bolla di Internet ed il successivo crack, la teoria del mercato efficiente è piuttosto difficile da sostenere. I comportamentisti spiegano piuttosto che il comportamento irrazionale è all’ordine del giorno.Ecco alcuni semplici esempi:
Avversione alle perdite rispetto al trasporto nei guadagni
L’avversione alle perdite è il fulcro della psicologia in borsa. Ogni individuo soffre più di una perdita che di un guadagno di pari entità. È stato calcolato che il “fastidio” pesi addirittura 2,5 volte in più della felicità che un guadagno dello stesso importo ci porta.
Il classico esperimento che venne fatto da D. Kahneman & A. Tversky nel 1979 è questo:
- offri la possibilità di vincere 1000 $, con un lancio di moneta, il 50% delle volte (nel restante 50% perderesti tutto)
- Un guadagno sicuro di 450$
La stragrande maggioranza delle persone sceglie la soluzione 2.
I soggetti non considerano l’effettivo possibile guadagno derivato dal calcolo probabilistico. Gli studiosi colgono una regolarità che definiscono “effetto certezza”: i partecipanti, ne paragonare l’utile certo con quello probabile, sovrastimano il guadagno quando è sicuro, scegliendo nella maggioranza dei casi l’opzione 2.
C’è un’ulteriore test che effettuano su soggetti coinvolti in una perdita e notano un comportamento curioso che chiamano “effetto riflesso”.
- offri la possibilità di perdere 50 $ il 100% senza fare nulla
- oppure con un lancio di moneta la possibilità di perdere 100$ il 50% delle volte e non perdere nulla l’altro 50%.
La stragrande maggioranza delle persone sceglie la soluzione 2
I traders preferiscono rischiare una grossa perdita che però rimane fittizia (la difficoltà se non l’incapacità di chiudere un’operazione in perdita) piuttosto della consapevolezza di una piccola perdita sicura. (uso dello stop loss).
I traders hanno sempre la speranza di veder tornare i prezzi al valore iniziale o comunque di quando hanno acquistato il titolo. (vedi caso Tiscali)
Caso Tiscali
Fig. 1 – Dopo un corposo rialzo il titolo inverte per via della bolla speculativa che l’aveva fatto crescere senza reali fondamentali che ne supportassero il valore.
Fig. 2 – La prima candela del grafico è l’ultima candela di fig. 1
Fig. 3 – Il grafico prosegue (ultima candela di Fig. 2 coincide con prima candela di Fig.3)
Molti investitori ritengono che ogni ribasso del prezzo sia un’occasione unica per fare il “colpaccio” in borsa
Fig. 4 – La prima candela del grafico è l’ultima candela di fig. 3
Il disastro prosegue fino ai giorni nostri.
Effetto gregge contro l’ego personale
Le persone tendono ad imitare gli altri.Quando un mercato si muove in una direzione, che sia al rialzo o al ribasso, i soggetti hanno paura che “gli altri” (i soggetti che muovono il mercato) abbiano informazioni a loro insaputa e quindi si aggregano (effetto gregge) andando ad alimentare ancora più rapidamente il movimento.Inoltre gli investitori tendono ad attribuire troppo valore a giudizi derivati da piccoli campioni di dati o da singole fonti. Ad esempio, attribuire abilità ad un’analista o “guru” che ha scelto titoli vincenti anche solo per una fortunata coincidenza (tendere ad attribuire il ruolo di guru a traders che hanno vinto un torneo di trading con poche e fortunate operazioni oppure in un mercato che in quel periodo era monodirezionale).Un’altra anomalia sta nella convinzione che attirò gli investitori verso la fine degli anni ’90 e soprattutto nella bolla speculativa delle dot com. Ogni improvviso calo del mercato sarebbe stato un buon momento per comprare. Questa visione continua ad essere attuale. (notare Fig. 2, 3, 4).Gli investitori sono spesso “troppo sicuri” delle loro scelte e tendono a balzare su un singolo titolo “di moda” o comunque sulla bocca di tutti (in ultimo i Bitcoin).
In pratica quanto può essere utile la finanza comportamentale?
Questi studia aiuteranno gli investitori a battere il mercato?Conoscere queste carenze della nostra mente dovrebbe fornire grandi opportunità ai traders più saggi.Eppure sono in pochi che danno valore a questi studi.L’impatto della ricerca sulla finanza comportamentale rimane relegata ancora nelle università rispetto alla gestione pratica del denaro.All’atto pratico ancora offre poco in termini di “soluzione ai problemi”.Robert Shiller, autore di “Irrational Exuberance” (2000), ha mostrato che alla fine degli anni ’90 il mercato era nel pieno di una bolla. Ma non sapeva dire quando sarebbe scoppiato.Allo stesso modo, i comportamentisti di oggi non possono dirci quando il mercato avrà finito la sua salita ininterrotta dal 2009.