…e non razionalità.
Un articolo di Milano e Finanza ha intervistato Lorenzo Dornetti di Neurovendita, specialista in neuroscienze applicate alla finanza. Il suo studio ha coinvolto una tecnica molto simile ad una tac misurando le attività del cervello.
Le sue tomografie ad emissione di positroni hanno evidenziato come le scelte finanziarie siano prese dal sistema limbico (quello che gestisce le emozioni) e non dall’area corticale frontale che invece gestisce la razionalità.
“le scelte finanziari sono quanto di più distante dall’uomo economico razionale”
afferma Dornetti.
I Bitcoin. Cosa è successo?
Un esempio è quello che è successo con i Bitcoin.
Il Bitcoin è diventato un brand di successo, misterioso perchè ancora non si sa chi sia il suo inventore, rivoluzionario perchè oltre che tecnologico si scontra con la “finanza ufficiale”, quella cattiva, facendo sentire chi la usa come un combattente contro il sistema.
Internet poi è pieno di storie che narrano di persone comuni che si sono arricchite.
Hanno investito un euro nel 2010 e nel suo massimo picco erano diventate milionarie.
I social hanno fatto il resto, alimentando questa spinta alla ricchezza e anche il herd-behaviour (il cosiddetto effetto gregge) studiato in finanza comportamentale, identifica quell’insieme di azioni e decisioni intraprese da una moltitudine di individui senza che esista tra di loro un coordinamento precedente.
L’effetto gregge spiega le fasi irrazionali del mercato come le bolle speculative oppure i sell off selvaggi degli investitori che, presi dal panico, si liberano indiscriminatamente di tutti quegli asset finanziari che ritengono (in genere a torto) eccessivamente rischiosi.
Ci sono però dei trucchi per riattivare la parte razionale del cervello.
Uno di questi è sapere da dove deriva il denaro che investiamo.
E’ provato che investire denaro sudato con il duro lavoro ci fa essere molto più prudenti che investire denaro che ci è arrivato facilmente (una donazione, una vincita, ecc.).
Il trucco sta nel ribaltare le percezioni ed essere un po’ meno timorosi con il primo ed un po’ più cauti con il secondo.
Oppure dare un colore agli investimenti in base al grado di rischio. Rosso quello più rischioso, giallo quello meno e verde quello a basso rischio.
E cercare di evitare quegli assets che sono di moda.